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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

IN NOME DI PUGLISI. A Palermo, nel difficile quartiere di Brancaccio, le Acli attivano un circolo che sarą di sostegno al Centro Padre Nostro creato da don Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia

data articolo 01/01/2004 autore Azione Sociale categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Azione Sociale
Articolo di Azione Sociale

Palazzi distrutti, vecchie stalle diventate L' abitazioni, assenza di servizi, frequente I mancanza d'acqua, uomini con lavori precari, violenza, illegalità, povertà culturale e materiale. Non è Io scenario di un film, ma la realtà di una zona degradata di Palermo: il quartiere Brancaccio. Qui padre Pino Puglisi, detto "3P", decise di liberare le coscienze dei giovani dall'oppressione della mafia, dare loro una possibilità di vita diversa assicurando loro istruzione e autonomia.
Fu così che nacque il "Centro Padre Nostro" che si occupa di aiutare i giovani e le famiglie in difficoltà. Naturalmente, l'opera di "3P" non poteva piacere alla malavita locale che, vedendo allontanarsi la possibilità di reclutare manodopera minorile, decise di ucciderlo. Ad undici anni dalla morte di don Puglisi il Centro funziona ancora: promuove corsi per il recupero degli anni scolastici e per ottenere la licenza media, fornisce pasti ai più poveri, assiste gli anziani, crea momenti di preghiera, soccorre le famiglie offrendo servizi di doposcuola e babysitting per i più piccoli, permettendo così alle mamme di lavorare e di emanciparsi dalla loro condizione subalterna. Fino ad alcuni mesi fa, per i ragazzi del Brancaccio il "Centro Padre Nostro" era l'unica alternativa alla strada, l'unico luogo di aggregazione in tutto il quartiere.
Dal 15 settembre 2004 le cose sono cambiate. Nella data dell'anniversario della morte del sacerdote è stato infatti costituito il circolo Acli "Don Puglisi". Nato all'interno del Centro e per opera degli stessi volontari, il circolo vuole diventare un punto di riferimento e di incontro per la popolazione del Brancaccio, "un modo per le Acli di stare vicino ai giovani del quartiere 365 giorni l'anno", secondo l'espressione del presidente delle Acli nazionali, Luigi Bobba, presente all'inaugurazione. Il circolo in futuro potrebbe anche diventare una fucina per i nuovi dirigenti delle Acli palermitane, uscite da poco da un periodo difficile; ma nel frattempo si propone di gettare le basi per la costruzione di reti tra le associazioni che operano nel capoluogo siciliano e permettere una significativa risposta alle istanze provenienti soprattutto dalle zone più disagiate della città: "Questo circolo è una delle prime iniziative sviluppate dalle Acli palermitane -spiega Marco Livia, responsabile provinciale delle Acli - affinché l'associazione sia realmente "presente" nella città".
Chiariti obiettivi e metodi del futuro circolo, il passo successivo è stata la scelta delle ragazze che avrebbero portato avanti il progetto. "Tra quelle che offrivano i loro servizi di volontariato presso la struttura di don Pino già da un anno -racconta Maurizio Artale, responsabile del Centro - ho individuata quelle più serie, preparate e motivate, quelle che sarebbero state in grado di realizzare questo difficile compito. E' una grande responsabilità, e noi del Centro ci aspettiamo molto da loro. Ma non si devono sentire gravate da un peso sulle spalle perché rispetto a noi partono da una posizione molto avvantaggiata: abbiamo messo loro a disposizione tutta lo conoscenza e i mezzi che il Centro possiede. Ora serve saio il loro impegno che, come hanno mostrato in passato, mancherà".
Mimma Dominici, presidente dei neonato circolo, è una delle ragazze impegnate in questa nuova avventura. Educatrice per formazione, tirocinante e poi volontaria del Centro, Mimma entusiasta del compito affidatole: "Siamo contentissime perché sia le Acli sia il Centro ci stanno dando fiducia, stanno scommettendo su di noi, evidentemente in quest'anno di servizio civile abbiamo svolto un buon lavoro". Pensato all'ombra del Centro, il circolo svolgerà attività di supporto e completamento soprattutto per alcuni servizi: "L'assistenza fiscale, il patronato, l'unione sportiva, la formazione professionale, il turismo sociale erano assenti all'interno dei Centro: la costituzione del circolo permetterà l'erogazione di questi servizi a completamento di un sistema di assistenza territoriale armonioso e attento alle prime necessità dei cittadini del quartiere Brancaccio", spiega Marco Livia. A partire da ottobre sarà aperto uno sportello con funzioni di Caf e di Patronato, dove sarà anche possibile conoscere le attività del circolo. "Abbiamo già una certa utenza potenziale - conferma Mimma Dominici - Gli anziani con cui abbiamo lavorato negli anni passati ci conoscono e potrebbero venire da noi per le pratiche pensionistiche e fiscali. Alcune di noi stanno già seguendo dei corsi provinciali in questi settori. Ma questo non è l'unico progetto: vorremmo occuparci dei figli dei detenuti, aiutarli a superare le difficoltà scolastiche, organizzare delle attività sportive per loro, preparali psicologicamente ad affrontare il colloquio settimanale con i genitori in carcere.
Lavoreremo in rete con altre associazioni: la Conferenza nazionale volontariato e giustizia, il Centro e l'associazione Zagra, che lavora sempre nella seconda circoscrizione di Palermo, ma in altri quartieri. Oltre ai figli di detenuti, che i servizi sociali ci segnalano spesso, ci sono anche bambini che non possono essere seguiti nei compiti a casa, che hanno difficoltà di apprendimento e che per motivi economici intorno ai 10/11 anni abbandonano la scuola per andare a lavorare. Vorremmo recuperare anche questi ragazzi e insegnare loro a leggere e scrivere. Inoltre, vorremmo formare dei corsi separati per adulti e per giovani che vogliono prendere la licenza media: ci siamo rese conto che hanno esigenze e tempi diversi e non possono stare nella stessa classe. Molte di queste attività sono già presenti nel Centro, ma con l'esperienza acquisita in questi anni di volontariato e tirocinio potremmo ampliare e migliorare l'offerta. Ultimo progetto che vorremmo attuare è quello del turismo religioso. Molte persone arrivano a Palermo dalla Germania e dalla Svizzera per conoscere i luoghi dove ha operato don Puglisi e comprendere la sua attività.
Il Centro non ha risorse per seguire al meglio questo genere di cose e potremmo occuparcene noi". Per svolgere questo servizio, però, è necessario conoscere, studiare... Di questa idea è Anale che nel circolo ha visto anche una possibilità di approfondire la figura del sacerdote: "Una delle funzioni del circolo, che ho voluto nello statuto, è quella di creare un gruppo di studio sulla figura di don Puglisi. In questi undici anni di lavoro, infatti, il Centro si è prodigato nell'aiutare tutte le persone che chiedevano il suo intervento, ma è stata tralasciata la storia e l'approfondimento sul personaggio. In questo campo le Acli possono portare un notevole contributo". Portatrici di un marchio, di una storia e di una rete di relazioni interassociative, le Acli possono di certo dare un supporto che va oltre la semplice ricerca archivistica.
Sarebbe tutto sommato legittimo chiedersi se le attività dell'associazione possano o meno entrare in conflitto con quelle svolte dal Centro. Una situazione, però, che né Mimma né Maurizio ritengono possibile, sia perché il circolo nasce come supporto e complemento al Centro sia perché, come appunto spiega Artale, "entrambi hanno le stesse radici, sono costituiti dalle stesse persone, portano avanti gli stessi valori cristiani. Il circolo può aiutare il Centro non solo per quanto riguarda l'ambito lavorativo e assistenziale, ma anche inserendoci nella sua rete di relazioni. Il circolo inoltre rappresenta una figura nuova nel quartiere, un modo per creare aggregazione, un segno di cambiamento per il Brancaccio che ha bisogno di nuove energie. Spero che per il futuro il circolo riesca a coinvolgere anche altri giovani del quartiere attirati da proposte concrete". Ugualmente fiducioso è Marco Livia che conferma e ribadisce: "L'augurio migliore che posso fare al circolo è quello di crescere sia numericamente che nell'offerta dei servizi, ma soprattutto di essere sempre faro di "integrazione" tra il "Centro Padre Nostro" e tutti i circoli delle Acli di Palermo". Con questo augurio il circolo "Dan Puglisi" si è dunque messo in moto, sapendo che in questi anni, poco a poco, grazie al Centro, il quartiere è cambiato e può migliorare ancoro con le proposte delle Acli. Perché, come ho conclude Mimma Dominici, "la realtà è sempre quella, ma riesci a cogliere un raggio di luce che ti gratifica".

Maria Chiara Sabato

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